Tria – Del Sentimento del Tradire
Distopia del reale
Giulia Grandinetti, Italia, 2022, 17’
In una Roma distopica, vige una legge per cui le famiglie immigrate non possono avere più di tre figli. Se ne arriva un quarto, lo si deve far nascere, ma poi uno deve essere ucciso, dando alle femmine precedenza per il sacrificio. Nato il fratello, le tre sorelle Zoe, Iris e Clio si trovano così a fare i conti con l’attesa di tale sacrificio.
Presentato nella sezione Orizzonti della 79° Mostra del Cinema di Venezia, Tria – Del sentimento del Tradire si aggiudica una menzione d’onore al Festival Intrecci Mediterranei “per la capacità di instaurare un consapevole dialogo tra le culture mediterranee”. L’autrice, Giulia Grandinetti, sceglie infatti di rappresentare la realtà di una famiglia nomade, immigrata, appartenente alla comunità Rom attraverso l’uso della lingua greca, le musiche balcaniche, e la ricchezza di costumi e scenografia valorizzate dalla pellicola in 35 mm. Attraverso una premessa distopica dispiegata in una periferia romana riconoscibile, il film rielabora tematiche ed archetipi dell’antichità in una chiave contemporanea. In un inquadramento di critica socio-culturale “l’uomo che gioca a fare Dio” diventa così un’agghiacciante per quanto plausibile legge che viola i diritti umani delle famiglie immigrate. Mentre nell’intimità della scelta personale il concetto di tradimento viene mostrato attraverso tre giovani sorelle, le cui diverse personalità, maturità, ed insicurezze portano ad affrontare una legge ingiusta con l’unicità del loro istinto.
Camilla Zurru
Comments are closed