I cortometraggi
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Si è conclusa con un grande successo di pubblico e molte soddisfazioni, domenica 9 dicembre 2012, l’ottava edizione della rassegna cinematografica internazionalePassaggi d’Autore: intrecci mediterranei. Un’edizione che, pur tra le tante difficoltà causate dai tagli ai finanziamenti, ha conservato un alto livello di qualità. Trenta cortometraggi molto intensi: dal dramma alla commedia, dal racconto d’amore filiale all’allegria mediterranea della sponda sud. Un lungo viaggio di quattro giorni in quindici paesi del Mediterraneo.
Il confronto con il nord Africa e con tutta l’Europa mediterranea, è ormai necessario. Le ondate migratorie sono solo all’inizio e il cinema è un mezzo importante per aprirsi a culture altre, creando memoria collettiva ancora più profondamente quando sono gli stessi autori a parlare dei loro film.
Guardando i film ci si accorge che gli “intrecci mediterranei” sono molti, più delle barriere che immaginiamo. Ogni volta che guardiamo fuori dalla nostra finestra ci accorgiamo che ci sono persone che ci somigliano, storie che si ripetono, problemi che ci uniscono. La rassegna Passaggi d’Autore: intrecci mediterranei ci aiuta a guardare con altri occhi il mondo che ci circonda, ad essere per qualche giorno meno concentrati sul locale e allargare lo sguardo verso altri Paesi del Mediterraneo.
Diversi e interessanti gli incontri con i registi provenienti da Francia, Spagna, Turchia, Marocco e Italia, ma particolarmente significativo è stato quello della serata evento dedicata al progetto “Water”, con i suoi sette cortometraggi girati da registi israeliani e palestinesi, coordinati dalla vulcanica Yael Perlov, ideatrice e direttore artistico.
Il progetto è stato voluto fortemente dalla professoressa Perlov che ha dovuto faticare non poco all’interno della sua stessa Università.Il cinema è capace di descrivere la situazione di quei territori più di decine di dibattiti e discussioni, ha il potere di documentare, di fissare per sempre una storia nella memoria di chi guarda.
Certo, la storia deve avere qualcosa di speciale “abbiamo selezionato più di cento proposte di sceneggiatura“, dice Yael Perlov. “Le difficoltà sono state enormi, sia dal punto di vista organizzativo, tecnico, logistico, ma anche politico“.
La barriera della lingua non è stata un grande problema grazie al lavoro di sottotitolazione portato avanti dagli studenti del laboratorio di traduzione e sottotitolazione, una delle attività collaterali della rassegna cinematografica. Il laboratorio, che ha coinvolto gli studenti del Liceo linguistico di Sant’Antioco e della facoltà di Lingue dell’Università di Cagliari, permette loro di poter acquisire crediti formativi, ma è soprattutto un’esperienza di lavoro importantissima attraverso la quale sperimentare una possibile carriera lavorativa.