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Il Mondiale in piazza

Il Mondiale in piazza

La mattinata del 6 dicembre del XIV Festival del Cortometraggio Mediterraneo di Passaggi d’Autore 2018 era dedicata a MigrArti. La cultura unisce, con una serie di corti tutti italiani di elevata qualità tra cui ha spiccato Il mondiale in piazza, diretto da Vito Palmieri.

15 minuti che potrebbero parlare di decenni, o forse più, del nostro paese tricolore. Il corto ruota attorno al tema della migrazione, dell’integrazione e della diversità, e ne parla attraverso il calcio e in particolare i mondiali, un argomento carissimo alla nostra patria.

In seguito all’uscita dell’Italia dai (veri) mondiali, un gruppo di connazionali decide di organizzare la propria Coppa del Mondo nella piazza di un piccolo borgo abitato da diversi stranieri, tra cinesi, africani e arabi.

La diversità non manca, ma quello che cercano i nostri protagonisti è la vittoria dell’Italia come squadra di puri e veri italiani doc. Per questo non accettano l’iscrizione di un ragazzo di pelle nera, seppur perfettamente italianizzato. Egli non si arrende e riesce a ottenere la partecipazione della squadra “Italia 2” composta dagli “immigrati stranieri” ma di fatto più italiani che mai.

Tutto questo discorso passa attraverso il simbolo del calcio e dello sport, che dovrebbe essere emblema dell’unione, dell’inclusione, dello scambio e del gioco di squadra, ma in questo caso le squadre servono a dividere, a categorizzare, a scindere la “purezza delle razze”. Make Italy great again.

Il campo diventa dunque un terreno di confronto e di scontro, quasi un campo di battaglia in cui le linee di gesso sulla piazza diventano i confini invalicabili da difendere dall’avversario. Ogni squadra deve proteggere la propria porzione di campo, di territorio, di paese, cercando di evitare che l’altro penetri e faccia gol. Evitare la contaminazione o l’invasione. Chiudere i confini.

Due le figure contrapposte: l’organizzatore del mondiale, italiano di nascita, sangue e colore; e il ragazzo nero, anche lui italiano di nascita ma non di sangue né di colore. Entrambi si confronteranno sul campo da calcio, in piazza, nella finale: Italia vs Italia 2.

L’atmosfera è pregna di emozione e passione. Nell’aria risuona la voce del cronista, come a un vero mondiale. Il paese si riunisce e tifa. E quando Italia 2 vincerà il mondiale in piazza, la delusione sembra prendere il sopravvento, per poi essere rimpiazzata da un rinnovato entusiasmo: in fondo l’Italia ha comunque vinto. La diversità è vita e l’unione fa la forza.

Messaggi semplici, forse ripetitivi si potrebbe dire, ma che in realtà non perdono mai la propria potenza simbolica. E un corto così non può che farci ricordare quanto sia importante non dimenticarli mai.

 

Parlando di tecnica e stile, qui il livello è alto: la recitazione in primis è molto professionale e spontanea, da parte di tutti, grandi e piccoli. La regia e la fotografia sono scolastiche, nulla di nuovo, ma questo non riduce il valore del corto. Il montaggio e il sound design invece scandiscono i tempi e i ritmi narrativi, aiutando nella costruzione di quello che si può definire un piccolo ecosistema che funziona attraverso lo schermo e che continua a vivere anche oltre. Il tutto arricchito da quella comicità italiana indimenticabile, che ci fa sentire a casa anche al cinema.

A cura di Denise Maria Paulis.

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