“Krenk” di Tommaso Santi presenta la struttura tipica della scatola cinese: il regista utilizza l’escamotage del “sogno dentro il sogno” per affrontare il tema dell’integrazione e della paura del diverso. Gianni, un comune adolescente, viene messo davanti alla sfida di aiutare un nuovo compagno ad ambientarsi all’interno della nuova classe. Diverse emozioni e stati d’animo cominciano a intersecarsi: paura e diffidenza, gelosia e voglia di dominare iniziano a prendere piede e a ossessionarlo, ormai tormentato dall’idea che il nuovo arrivato diventi più bravo di lui a scuola e faccia breccia nel cuore della ragazzina di cui è innamorato. Il regista lo segue più nei suoi incubi che non nel mondo reale: indugia su di lui mentre legge dei fumetti sugli alieni fino ad addormentarsi. Sogno e realtà pian piano si confondono procedendo parallelamente, accompagnati dall’onirica colonna sonora di Andrea Benassai che ne segna il quasi impercettibile scarto. E l’alieno ritorna: perché è nelle sue fattezze che Gianni immagina il nuovo compagno di classe, una strana creatura verde con un occhio solo.
Il regista affronta un tema complesso e attuale in maniera sottile e condita d’un pizzico d’ironia – espediente sfruttato anche da Salvatore Allocca ne La gita, altro cortometraggio selezionato nella sezione “Migrarti” della XIV edizione del festival Passaggi d’Autore Intrecci Mediterranei – smorzandone i toni. Tutti noi siamo stati Gianni almeno una volta nella vita e abbiamo provato quella diffidenza, permettendo che un mero condizionamento mentale sopraffacesse la volontà di abbattere il muro dell’apparenza. La paura del diverso e dello straniero è sempre esistita, basti pensare alla sua centralità nella tradizione greca e, ad esempio, all’incontro tra Ulisse e Nausicaa, dove ha tanta parte il concetto di xenia, ovvero l’ospitalità. Il regista sceglie infatti di ambientare la vicenda a Prato, non a caso la città italiana che ospita il maggior numero di etnie al proprio interno. Gianni ha infatti origini cinesi e, probabilmente, è stato a sua volta guardato da occhi indiscreti. Ed è con quegli stessi occhi diffidenti e impauriti che osserva Krenk nei suoi incubi.
Adoperando l’espediente del sogno e dando vita a una narrazione lineare nonostante la compresenza di sogno e realtà, Tommaso Santi sviluppa in maniera originale un tema apparentemente banale ma in realtà scottante e troppo spesso preso sottogamba, ricordandoci che ciò che sembra lontanissimo da noi può rivelarsi quanto di più simile al nostro modo di essere.
Krenk (Id, Italia 2018) Regia: Tommaso Santi; Cast: Elio Wang, Quixiu Hua, Weige Cong, alunni della Scuola Elementare Collodi di Prato
Sceneggiatura: Tommaso Santi; Montaggio: Leone Santi; Fotografia: Duccio Burberi; Musiche: Andrea Benassai
Commedia, 12 minuti.
Recensione Eleonora Alessandra Spiga
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