Recensioni

La scalata verso l’autenticità (Warsha) – Edizioni 2022

La scalata verso l’autenticità (Warsha) – Edizioni 2022

La scalata verso l’autenticità

WARSHA

Dania Bdeir, Libano, 2021, 16’

Mohammad lavora come operatore di gru a Beirut e si offre di salire su una delle gru più alte e pericolose. Lontano dagli occhi di tutti, riesce finalmente a esprimere la sua passione segreta e a trovare la sua libertà.

Esiste un luogo immateriale che è pericoloso da raggiungere, come anche la sgangherata gru del cantiere dove lavora Mohammad in Warsha. Nessuno degli altri operai desidera salirvi: non è sicura, si rischia troppo.

Allo stesso modo, soprattutto nella società libanese, per esprimere liberamente se stessi occorre prendersi dei rischi. La regista Dania Bdeir, infatti, dedica del tempo per mostrare il percorso faticoso e teso di Mohammad nel raggiungere la cabina di comando in cima alla gru.

Tensione costruita già dalla premessa in cui siamo portati a “pensare male” di un uomo maturo che si richiude in bagno davanti a una fotografia di una cantante. Nel finale, invece, la prospettiva viene ribaltata. La paura, e quindi il coraggio, di affrontare il pericoloso percorso verso l’autenticità ripagano il protagonista con qualcosa di speciale: una vista impagabile e soprattutto un momento di vera e propria libertà.

Grazie alle riprese aeree 360°, Mohammad può esprimere la propria identità volteggiando, appeso all’estremità della gru, come un’acrobata circense di tessuti. Abbigliato con tacchi rossi e spandex glitterato, da quell’altezza, nessuno può giudicarlo.

La catarsi visiva si unisce alla musica che diventa la voce del protagonista. Musica che non ha volto, non ha forme, e può quindi essere di tutti.

Come la nostra ricerca di autenticità.

Denise Maria Paulis

Comments are closed