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Laboratorio “Critica il corto” recensioni degli studenti

Laboratorio “Critica il corto” recensioni degli studenti

La critica cinematografica è ormai rintracciabile in ogni testata giornalistica o rivista on-line, sui social, nella quotidianità dei nostri discorsi con amici e conoscenti… siamo tutti dei critici, senza saperlo. Ma per poter esprimere al meglio le proprie idee cinematografiche, e con un minimo di coscienza, è necessario seguire certe regole e disposizioni, che permettano di argomentare le nostre posizioni con logica. Il corso “Critica il corto”, all’interno del XII Festival Passaggi d’autore – Intrecci mediterranei, è stato dedicato all’approfondimento del linguaggio del cinema e delle varie forme della critica più ufficiale. Di seguito, una selezione di critiche brevi (forma letteraria che prende sempre più piede soprattutto in ambito social) scritte dai partecipanti al corso, e dedicate ai migliori cortometraggi visti durante il festival… nella speranza di poter, nel nostro piccolo, aver mostrato nuove e diverse vie di leggere un film.  Mattia Filigoi

I film

Ljubezen na strehi sveta (Love on the top of the world), Jan Cvitkovi?, Slovenia, 2015, 16’

Love on the top of the world” quando finisce ti manca. Ana e Viktor sono una coppia di ottantenni sloveni che se la passano piuttosto bene nella loro solitaria unione, tra pulcini in cortile, orologi rotti e mutande da rammendare. L’ambientazione è la casetta rurale e desolata di “Everything is Illuminated” che fa tanta tenerezza quando si pensa all’Est Europa, solo che il contesto è il più improbabile che possiate immaginare. C’è tutta l’incoerenza dell’amore, una sceneggiatura di ferro e un b/n da Oscar. Un remake live action di “UP” in chiave slovena che suscita malinconie ancestrali.Nicol Zacco

Vainilla, Juan Beiro, Spagna, 2015, 10′

Nella vita la maggior parte delle cose dette sono sciocchezze, così il regista Juan Beiro partendo da un incidente d’autobus realmente accaduto, ci racconta nel corto “Vainilla” di persone che si sono amate e che il destino poi ha separato, lo fa in maniera coinvolgente con un’ottima fotografia e una narrazione chiara, vi è la voglia di far riflettere sul fatto che la vita qualcosa da e qualcosa toglie e non essendo possibile prevederne gli avvenimenti, bisogna apprezzarne i dettagli.
Andrea Murgia

Ailleurs, Mélody Boulissière, Francia, 2016, 6′

Artistico. “Ailleurs” è un viaggio verso la scoperta di luoghi dove l’avventura nasce da uno zaino e un paio di scarpe; è questo che vuole rappresentare la giovane regista Melody Boulissiere con il suo corto d’animazione girato in rotoscope. Abbiamo una prevalenza di colori caldi, dove le scene sono ottimamente disegnate da pennellate in tempera. Pregevole la commistione con il collage di alcuni elementi, un effetto tipicamente pop che vivacizza l’azione e che ben s’inserisce nel contesto che vuole rappresentare.
Andrea Murgia

 ZvirMiroslav Sikavica, Croazia, 2016, 14′

L’ostilità che il popolo croato si trascina da generazioni è la tematica che si vuole evidenziare in questo corto di stampo meramente neorealista. “Zvir” di Miroslav Sikavica racconta la storia di un operaio serbo che con la sua ruspa deve distruggere un edificio nei pressi di Spalato e a causa di ciò si troverà tutta una comunità contro. In un susseguirsi di vessazioni, dove entrambe le parti lecitamente rivendicano un proprio diritto, quello di abitare e quello di lavorare, lo spettatore assisterà a una lotta tra poveri dove nessuno è vincitore. Andrea Murgia

Au loin, BaltimoreLola Quivoron, Francia, 2016, 26′

La storia di un rider che rispecchia un’intera generazione di spiriti liberi. Direttamente dalle banlieu parigine, “Au loin, Baltimore” presenta Akro e la sua passione per la motocross, concepita come una forma di evasione per sottrarsi ad una vita difficile. Un inno alla ribellione giovanile, che nonostante ciò non trascura di mostrare le responsabilità affrontate dal protagonista, malgrado la giovane età.
Ileana Granara
 

Planemo, Veljko Popovic, 2015, 14′

“Planemo” è un corto in computer grafica, che crea una forte metafora fra la solitudine di un sognatore e un pianeta che vaga nello spazio. Un incidente d’auto cambierà la vita del ragazzo, creando in lui un senso di inadeguatezza verso il mondo, rappresentata dall’influenza “gravitazionale” che le altre persone esercitano su di lui. Di forte impatto e riflessiva, è una delle pellicole più valide del festival, metaforica e profonda.   Matteo Bardi  

Ljubezen na strehi sveta (Love on the top of the world), Jan Cvitkovi?, Slovenia, 2015, 16’

Un’attempata coppia di coniugi vivacizza il rapporto con battibecchi amorosi che rievocano la vita insieme celebrando con grande delicatezza la passione nella terza età. Il regista ci offre uno spaccato incantevole di un episodio di vita a due che trova nel finale una giustificazione a sorpresa del titolo. Fotografia di una pulizia e splendore rari, valorizzata altresì dalla scelta del bianco e nero, è esaltata ulteriormente dall’espressività di ottimi interpreti, due anziani attori in pensione.   Francesca Mariani   

El adiós, Clara Roquet, Spagna, 2015, 15′

Rosana, cameriera personale di un’anziana deceduta, cerca di elaborare il lutto dedicandosi con affettuoso rispetto e per l’ultima volta alla cura della sua signora, ostacolata in questo dalla famiglia della donna che subentra come datore di lavoro. Pur senza particolari fuochi d’artificio, il corto può vantare una regia essenziale che non gioca a fare del grande cinema ma più di altri lavori presentati colpisce per il buon gusto e la semplicità. Buona l’interpretazione degli attori, misurata e senza sbavature. Francesca Mariani 

Teleport Zovko, Predrag Licina, Croazia, 2013, 18′

Una famiglia si concede il suo primo viaggio tramite teletrasporto grazie alle innovazioni della ditta Zovko. Ambientata in un futuro 2048 del quale saggiamente non ci viene mostrato nulla, questa commedia celebra il cinema di fantascienza Anni Cinquanta con una serie di citazioni ai grandi classici del genere che non mancano di essere attualizzati con richiami chiassosi al pop e al kitsch, come da lezione del miglior Gillian di “Brazil”. Divertenti i siparietti tra la famiglia e gli scienziati cialtroni.   Francesca Mariani

Zvjerka – The Beast, Daina O. Pusic, 2015, 20′

Madre e figlia avanti con gli anni si tormentano a vicenda finché non irrompe sulla scena la bestia del titolo, un grosso pipistrello. La rottura degli equilibri, rappresentata dall’apparizione dell’animale, è solo il pretesto per spingere sull’acceleratore e portare a compimento un’azione che, in altro modo, non avrebbe avuto una chiusura. Il gioco al massacro delle donne scivola più d’una volta nel cattivo gusto ma trova la sua giustificazione in una rappresentazione dello squallore più bieco.
Francesca Mariani

Maialetto della Nurra, Marco Antonio Pani, Italia, 2016, 18′

Autodefinitosi un corto “etno geo surreale”, il lavoro del regista Marco Antonio Pani è un divertente, insolito ritratto della Sardegna che riprende (con leggerezza, privilegiando il lato canzonatorio e giocoso della gens sarda) i temi seri del precedente documentario “Capo e croce”. I pastori, ancora una volta protagonisti, sono affiancati da un comprimario d’eccezione: un maialetto pop di gusto pinkfloydiano allevato per caso con sostanze psicotrope e avvistato a più riprese nei cieli di Sardegna.

Francesca Mariani 

Minh Tâm, Vincent Maury, Francia, 2016, 26′

Minh Tâm è una giovane coreana incastrata in una vita non facile: sola, cresce un figlio autistico con lo sporadico aiuto della madre che pretende un quotidiano e assillante tributo di sottomissione fuori tempo massimo. Estremamente curato nella regia che, pur concentrando l’azione in un angusto appartamento, dedica grande attenzione alla valorizzazione degli spazi; un ulteriore punto di forza sta nella recitazione sopra la media di tutti gli attori. Sicuramente uno dei migliori lavori visti finora.
Francesca Mariani

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