Male Fadau è un film selezionato in “Intrinas”, la nuova sezione che il festival “Passaggi d’Autore intrecci mediterranei”, giunto alla sua XVI edizione, ha dedicato al cinema sardo.
Diretto da Matteo Incollu, scritto da Daryl Putzu e Sergio Pintore con la fotografia di Corrado Serri e le musiche di Emanuele Contis, vecchia conoscenza del festival, Male Fadau è un corto fantasy thriller con al centro una delle figure archetipiche dei paesini sardi, il cosi’ detto “pazzo di paese”. Il cortometraggio infatti si apre con un disclaimer che spiega il significato del titolo; Male fadau infatti è un termine con il quale venivano designati i pazzi di paese, indicando appunto persone maledette dalle fate e condannate ad una vita di sventura.
La vicenda è ambientata nel 1942, in pieno conflitto bellico, ed inizia quando un aereo nazista precipita tra i monti di Baunei, paesino del centro Sardegna. Tore, un uomo con problemi psichiatrici, nota l’accaduto e si precipita sul luogo dello schianto, dove rinviene la radio di bordo tra le macerie, decidendo di appropriarsene, ma ben presto quella stessa radio riporterà a galla un trauma del passato del protagonista mai superato.
Il corto si avvale di una solida produzione da parte della casa produttrice cagliaritana “Mommotty” e riesce a catapultarci in un altro periodo storico rappresentando con precisione i costumi e agli usi tipici dei paesini del centro Sardegna della metà del Novecento. La regia di Incollu è senza dubbio efficace nel suo scopo; inquadrature strette sui protagonisti e l’utilizzo della camera a mano fanno sì che lo spettatore segua gli avvenimenti come se fosse presente sulla scena. Un plauso va fatto alla fotografia di Serri che riesce a sottolineare anche lo stato d’animo del protagonista, luminosa nei flashback infantili e fredda e buia nell’età adulta, quando ormai la vita ha voltato le spalle a Tore e ne ha fatto un emarginato. Ottimo anche il cast, con sia gli adulti che i bambini perfettamente in parte, cosa non scontata in progetti del genere, nei quali reperire attori professionisti diviene difficile a causa del basso budget.
L’idea alla base di Male Fadau era realizzare un film di genere che intrattenesse lo spettatore senza troppe pretese raccontando una vicenda che prendesse spunto da fatti realmente accaduti, riuscendo ad amalgamare usi e costumi tradizionali di una parte della regione al servizio di una trama interessante, senza eccedere, come spesso accade nel cinema sardo, nel raccontare più il territorio che i protagonisti, con il rischio di trasformare i prodotti in cinema etnografico quasi sempre ripetitivo.
Attraverso il cinema di genere invece è possibile raccontare entrambi gli aspetti senza che lo spettatore percepisca più la parte “documentaristica” rispetto alle vicende che invece si vogliono narrare. Male Fadau è un primo passo coraggioso verso un cinema ancora tutto da esplorare e che può regalare delle soddisfazioni, data la grande ricchezza di luoghi ed immaginari che la Sardegna può regalare al Cinema di genere.
Luca Pinna
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