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Street Of Death – Edizione 2017

Street Of Death – Edizione 2017

Street of Death parla di morte,povertà e violenza. A livello umano fa una paura del diavolo anche solo pensare che nelle periferie Libanesi si viva ancora in quella maniera; figuriamoci vederlo proiettato con crudezza e senza filtri sullo schermo.

Il cortometraggio è narrato dal punto di vista di un ragazzo del posto che ha visto tanto, forse troppo. La voce è giovane ma ha il tono cinico e disincantato di un vecchio reduce di guerra. Il caos di una città al limite dei disordini civili si avverte per tutti i ventidue minuti del lavoro di Ghossein.

Anche il montaggio è particolarmente caotico, come se le riprese fossero apparentemente state tagliate con una mannaia senza uno schema preciso, senza badare al girato. In realtà c’è un lavoro di regia e, appunto, di montaggio notevole e non banale, che sia quello visivo o quello sonoro.  I tagli sincopati, il forte rombo di un aereo in atterraggio, le raffiche di kalashnikov e gli insulti verso il governo si intervallano con le melodie dance di quella che potrebbe essere considerata una “balera”libanese. Poi arrivano le moto.

Tutti sembrano avere la passione sfrenata per le moto da strada e per le acrobazie su due ruote.Probabilmente è uno dei pochi passatempi ancora permessi dal clima ostile che si respira in quel paese scosso dai conflitti. Un posto inginocchio davanti ad una povertà dilagante che fagocita l’anima de isuoi cittadini. Anche l’anima del narratore sembra aver subito la stessa sorte.

Circa a metà film racconta di come abbia condannato un suo amico e la sua ragazza fedifraga ad una morte improvvisa e senza senso, augurandosi che brucino all’inferno per l’eternità. Si passa poi in un battito di ciglia ad un matrimonio libanese. Musiche, danze e sorrisi non smettono quando i parenti della coppia scaricano il caricatore di una pistola verso il cielo e continuano a ballare. Sembra un far west ricco di incenso e particolarmente speziato, anche se l’immagine poetica che tutti hanno dei territori arabi sembra sempre venir surclassata dalla rappresentazione di una dilagante povertà, che a spintoni scaccia ogni traccia di poesia.

Street Of Death è qualcosa di crudo che deve essere gustato e visionato in quanto tale, senza nessun tipo di addolcimento o di umorismo di fondo. La pillola non può essere indorata e questo Ghossein lo sa perché vive in quei posti.

Ogni spettatore deve rendersi conto chele immagini che gli passeranno davanti agli occhi rispecchiano una realtà composta da pecore che, lentamente, si stanno trasformando in lupi.

Alessandro Caredda

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